Perchè la vita merita di essere raccontata

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Una folla di madri illuminate

“Più del giorno ti stupirà la notte. E’ un grande grembo stracarico di luci. Nelle sere d’estate qualcuna si stacca e viene vicino, fischiando. In mezzo a loro passa una via bianca, un siero di latte, quando lo vedrai vorrai succhiarlo. Pensa che io sono una di quelle luci e intorno a me c’è un ammasso di altre. Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle: di tutte loro, solo io la tua. A guardarle fanno spalancare gli occhi e allargare il respiro. Ma tu non sai ancora cosa è, il respiro. E’ questo su e giù del petto che ti dondola”.

Erri de Luca – In nome della madre

Da sempre guardiamo al cielo: come speranza, come luogo di pace, di infinito, sede della divinità. Lo guardiamo per innamorarci, per ricordare, per perderci nell’infinito.

Quando perdiamo una persona cara la immagiamo una di quelle tante stelle che vediamo in cielo. Immagine poetica e suggestiva.

In queste notti d’estati guarderemo al cielo ed ognuno penserà a quel che vuole, affiderà al cielo un desiderio o spererà di incrociare la carezza di uno dei nostri cari.

Il cielo è una folla di madri illuminate, come dice con profonda maestria Erri De Luca. Immaginiamolo così per una volta; lassù ci sono delle madri, c’è la mia, ci sono le madri del mondo che per una notte ci sfioreranno con il loro bagliore.

Scriviamo per variazioni

La letteratura si è dotata dell’onnipotenza della descrizione. Non ci fossero più nuovi libri, ce ne sarebbero comunque a sazietà. Perché aggiungerne altri, se tutto è già stato narrato? La mia risposta è: variazioni. La letteratura è l’infinita redazione di varianti.

Continuiamo a leggere paesaggi, personaggi, avvenimenti dalle nuove, disparate e disperate angolazioni. Un diamante ha cinquantotto facce, la persona umana molte di più

erri de luca, discorso per un amico

Girando per gli scaffali di una libreria vedo tanti volumi. A volte penso troppi. Perché si scrivono così tanti libri? A parte per gli scrittori professionisti che hanno il privilegio di “vivere” di scrittura, per molti credo sia più una passione, come nel mio caso.

Nonostante veda centinaia di titoli, non resisto ai libri di Erri de Luca. “Discorso per un amico” è una deliziosa storia di amicizia tra lo scrittore napoletano e Diego, compagno di scalate e arrampicate. Mi sono perso tra le delizie di queste pagine, dei racconti che ne sono nati dove le parole vengono scelte con cura e attenzione.

Tra le tante pagine sottolineate ho scelto questo pensiero. Scriviamo per variazioni, perché abbiamo infinite facce da esplorare, molte di più di un diamante. Ed Erri de Luca in questo libro ci fa scoprire la meraviglia della montagna più intima, più profonda, dove tutto sembra formare un disegno capace di avvolgere l’uomo in tutte le sue dimensioni, umane, intime, spirituali.

Del resto, scriviamo per variazioni.

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