“Più del giorno ti stupirà la notte. E’ un grande grembo stracarico di luci. Nelle sere d’estate qualcuna si stacca e viene vicino, fischiando. In mezzo a loro passa una via bianca, un siero di latte, quando lo vedrai vorrai succhiarlo. Pensa che io sono una di quelle luci e intorno a me c’è un ammasso di altre. Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle: di tutte loro, solo io la tua. A guardarle fanno spalancare gli occhi e allargare il respiro. Ma tu non sai ancora cosa è, il respiro. E’ questo su e giù del petto che ti dondola”.

Erri de Luca – In nome della madre

Da sempre guardiamo al cielo: come speranza, come luogo di pace, di infinito, sede della divinità. Lo guardiamo per innamorarci, per ricordare, per perderci nell’infinito.

Quando perdiamo una persona cara la immagiamo una di quelle tante stelle che vediamo in cielo. Immagine poetica e suggestiva.

In queste notti d’estati guarderemo al cielo ed ognuno penserà a quel che vuole, affiderà al cielo un desiderio o spererà di incrociare la carezza di uno dei nostri cari.

Il cielo è una folla di madri illuminate, come dice con profonda maestria Erri De Luca. Immaginiamolo così per una volta; lassù ci sono delle madri, c’è la mia, ci sono le madri del mondo che per una notte ci sfioreranno con il loro bagliore.