Perchè la vita merita di essere raccontata

Categoria: educazione

Me lo ricordo quell’insegnante

Me lo ricordo quell’insegnante. Sì, me lo ricordo perché un vero insegnante sa in-segnare una vita e quel tocco magico non se ne va più.

Me lo ricordo quell’insegnante che, poco più che bambino, mi affascinò con il carisma, perché solo quelli veri hanno carisma.

Me lo ricordo quell’insegnante che un giorno perdonò una mia acerba ingerenza: solo quelli veri sanno mettere davanti la gentilezza e la dolcezza.

Me lo ricordo quell’insegnante che metteva al primo posto i suoi allievi, mai se stesso. E’ dote rara di chi si sente al servizio e mai servito.

Me lo ricordo quell’insegnante che mi ha accompagnato per lunghi anni della mia vita, ascoltandomi, rispettandomi e aprendo il suo cuore.

Me lo ricordo quell’insegnante che, una volta cresciuto, riuscì a trasformare l’insegnante in un amico, perché le differenze di età le persone vere non le calcolano proprio.

Me lo ricordo quell’insegnante che tornò ad insegnarmi, una volta cresciuto, con la stessa passione e carisma di un tempo: anche se un po’ arrugginito un vero maestro non perdere mai lo smalto per ciò che ama.

Me lo ricordo quell’insegnante che mostrò i suoi punti deboli dell’anima, perché sapeva essere uomo prima che qualsiasi altra cosa.

Me lo ricordo quell’insegnante che ho accompagnato fino alla partenza da questa terra; insieme c’erano i suoi allievi perché un vero maestro unisce e riunisce.

Me lo ricordo quell’insegnante. Certo che me lo ricordo perché ho avuto l’onore di essergli al fianco.

Me lo ricordo quell’insegnante portandolo con me ogni giorno, nella speranza di essere solo una briciola della sua grandezza.

Me lo ricordo quell’insegnante perché persone così toccano una vita e segnano un’esistenza.

Due madri leonesse

Una strada sterrata. Due leonesse, simbolo di forza, dominio, potenza, formidabili cacciatrici. Poco distante alla loro sinistra un piccolo leoncino, probabilmente nato da poco viste le dimensioni. Il piccolo cammina con un passo apparentemente incerto, muove i primi passi nel mondo: quel territorio – scoprirà in seguito – dove la lotta per la sopravvivenza è all’ordine del giorno. Dovrà imparare a cacciare, a stare lontano dai pericoli, farsi forte e robusto.

In questa foto le due leonesse non proteggono il cucciolo, piuttosto mantengono una distanza; il messaggio è chiaro: noi ti proteggiamo ma inizia a fare da solo, segui il nostro andare.

Trovo queste due leonesse delle perfette educatrici. Stando al loro fianco il cucciolo crescerà con il loro esempio, imparerà ad imitarle fin dai primi passi. Le leonesse devono essere per lui un esempio di sicurezza, coerenza, forza e coraggio. Un po’ come fanno le anatre con gli anatroccoli sulle rive del fiume: prima si butta la madre e – in seguito – i piccoli.

Il mondo animale, con la sua spontaneità , è maestro.

Ci comportiamo diversamente noi umani; vediamo mamme e papà apprensivi, protettivi fino ad inibire totalmente le capacità di crescita di un figlio. Incontro bambini incapaci di assolvere alle più normali funzioni vitali: allacciarsi le scarpe, togliere un giacchetto, risolvere semplici problemi quotidiani perché abituati ad avere un adulto alle spalle che si sostituisce completamente a loro. E così invece di avere due leonesse che camminano al fianco di un cucciolo nella savana, vediamo tre bambini (mamma, papà e figlio) i cui ruoli non sono ben definiti e spesso si interscambiano.

In ogni camera dove dormono due genitori dovrebbe esserci una foto come questa che possa ricordare che la vita è camminare insieme, dare l’esempio e segnare il passo.

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