«Voi qui avete il mare ma noi là abbiamo il . Se i tuoi occhi non hanno mai visto il deserto, non puoi capire bene che cos’è. Il deserto è un altro mondo, ci entri e pensi: “Non uscirò mai da qui”».

Sotto suggerimento di Papa Francesco, ho letto il libro “Fratellino”. Mi aspettavo un libro duro, capace di far sussultare le coscienze. Le aspettative non sono state deluse, anche se ero “preparato” dal momento che un libro simile, di straordinaria intensità narrativa (Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura) aveva già toccato il tema del dietro le quinte del fenomeno migratorio.

Quando vediamo i barconi arrivare a Lampedusa, stipati di uomini, donne e bambini, stiamo vedendo l’ultimo secondo di un film lunghissimo; il finale spesso tragico dell’arrivo dei migranti è narrata in questo libro “Fratellino”, che pone l’attenzione sui momenti drammatici che vivono i migranti molto tempo prima di salire su un barcone. Un tragico “dietro le quinte” spesso ignorato.

Quando sentiamo parlare di “tratta di esseri umani”, “sfruttamento”, “schiavitù”, sembrano parole distanti da noi, come il deserto che Ibrahim si è trovato ad attraversare. Il protagonista narra, non scrive, la sua storia con tutto il realismo del caso, senza fare sconti. Il lettore non può che rimanere attonito davanti a tanto orrore; in Africa ci sono armi ovunque, una violenza senza pietà che si riversa nei confronti di chi prova a darsi un’altra possibilità fuggendo dalla fame e dalle guerre, ritrovandosi invece in una morsa di violenza e sfruttamento che meritano l’attenzione dell’intera popolazione mondiale.

Quando vediamo queste persone arrivare dal mare dovremmo conoscere le loro storie, da cosa realmente scappano e quanto è costato il loro viaggio fin qui. “Fratellino” è una storia triste quanto drammaticamente attuale; accogliere i migranti è un normale gesto di umanità, che sembra tanto difficile comprendere. La legge del mare e la legge dell’uomo non può abbandonare nessuno, soprattutto chi fugge.

Mi sono trovato anche io nel deserto con Ibrahim, partito alla ricerca di un fratellino di cui non aveva più notizie; mi sono perso nel deserto di questa umanità in cui tanto credo, incapace però di riconoscere e ritrovare i nostri fratellini.