E’ il giorno delle lacrime, della sofferenza, della morte, della croce, del silenzio. Soprattutto il giorno in cui una Madre è costretta ad assistere a ciò che di più ingiusto e innaturale possa sopportare: accompagnare un figlio verso la morte, sopportarne il dolore, annientando qualsiasi conforto.
Mi colpisce – da insegnante ed educatore – questo aspetto. Tante volte assistiamo alla distruzione – o ancor peggio, dell’autodistruzione – dei nostri ragazzi e ragazze. Li vediamo persi, annientati dalle poche speranze, lontani da sogni e ambizioni; ancora peggio quando a diventare padroni delle loro vite sono le droghe, l’alcool, le dipendenze.
Piangeva Maria sotto la croce, piangono tante mamme e tanti papà; quante volte mi è capitato di vedere le lacrime di una mamma, sono le più faticose, le più ricche d’amore.
Eppure, a volte, la fase del dolore e della disperazione dobbiamo abbracciarla. Lo ha fatto Maria, non è stata esclusa da questa emozione. Accompagniamo nei momenti più tristi i nostri giovani, non lasciamoli soli, appesi nelle loro croci.