Perchè la vita merita di essere raccontata

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La Pasqua dell’educatore – il giovedì: servizio e dono

Cerco nelle storie e nei libri che leggo l’aspetto educativo, un po’ per passione, un po’ per deformazione professionale. Non sono esenti da questo i testi evangelici, reputo Gesù un grande maestro al di là dell’aspetto divino che parla solo alle persone con fede.

I testi e i riti della Pasqua quest’anno mi suggeriscono più di uno stimolo. Il giovedì è il giorno della lavanda dei piedi e dell’istituzione dell’Eucaristia. Un maestro come Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli indica la direzione anche per insegnanti ed educatori: l’amore è servire. Colui che insegna, colui che è maestro/a deve abbassarsi verso i propri alunni, mettersi al servizio; scendere dal trono – l’autoritarismo genitoriale, la cattedra – per farsi umili. Noto, invece, quanti, tra genitori e docenti (soprattutto), amano essere serviti e talvolta anche riveriti. Il messaggio è chiaro, Gesù lascia sconcertati anche i suoi amici, qualcuno non riesce ad accettare questo gesto da servo. Per regnare è necessario servire, scendere dal proprio trono.

Poi c’è il dono dell’Eucaristia. E’ il dono totale di sé stessi, corpo e sangue. Un pane che resta, un vino che non perde il sapore. Anche qui il messaggio mi pare chiaro: donarsi, sempre. L’amore ha nella generosità la sua massima espressione. Un educatore deve donarsi, deve offrire se stesso sempre, ben oltre i limiti del suono della campanella.

In questo giovedì mi porto dietro due parole: servizio e dono. La vita di un educatore è soprattutto questo.

Le carezze della terra

La terra si sentì rispettata e sollecitata, e regalò nel tempo dovuto un bellissimo raccolto. Gnazio se lo aspettava, ma non per questo non ringraziò la terra e il vento, e restituì un sorriso e molte carezze a quell’oro che copriva il verde e si muoveva silenzioso nella brezza che veniva dal mare. (Andrea Camilleri, Maurizio de Giovanni, Il canto del mare)

“Il canto del mare” è un libricino molto bello, l’ho letto con interesse. E’ una favola per adulti, con tutto l’incanto di un romanzo poetico di Camilleri, reinterpretato da Maurizio De Giovanni, arricchite dai disegni Mariolina Camilleri, ultimogenita del grande scrittore siciliano.

Il lettore si perde in questa favola dove c’è tutto quanto possa emozionare: l’amore, l’arte della narrazione, la natura, l’avventura, una sirena, gli alberi e ovviamente il mare. Il protagonista, Gnazio, il mare non lo può neanche vedere, ricordo di un viaggio da emigrante nella lontana America. Eppure impara a conviverci, mettendo con esso una rispettosa distanza di sicurezza. Gnazio ama la terra, la rispetta, la valorizza, la tratta con il rispetto dovuto ed essa – riconoscente – lo ricompensa sempre. Fedele al suo amore e al rispetto per la terra non scenderà a compromessi, diventerà la sua ragione di vita.

In questo tempo dove l’uomo sembra aver dichiarato guerra al bene comune del creato, c’è da imparare che la terra ci nutre, è “madre” come la chiamava San Francesco. E come Gnazio non dovremmo smettere di ringraziarla. Il suo sorriso non mancherà.

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